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Diritti dei bambini nel discorso alla terza commissione dell’assemblea generale delle nazioni unite

Diritti dei bambini nel discorso alla terza commissione dell’assemblea generale delle nazioni unite
23/11/2005

L’Ambasciatore Robert L. Shafer, Osservatore Permanente dell’Ordine di Malta presso le Nazioni Unite, ha pronunciato un discorso sui diritti dei bambini davanti alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 18 ottobre, a conclusione di tre intensi e positivi giorni di dibattiti sulla Protezione e la Promozione dei Diritti dell’Infanzia. I lavori hanno preso in esame numerosi aspetti: i diritti dei bambini vittime di conflitti armati, di violenze, fatti oggetto di commercio, il fenomeno dei bambini soldato, HIV/AIDS, lavoro minorile, salute ed istruzione, vulnerabilità di fronte ai disastri naturali. Particolare attenzione è stata posta alle bambine.

L’Osservatore Permanente ha iniziato il suo intervento affermando che il Sovrano Militare Ordine di Malta considera di enorme importanza l’allargamento e la difesa dei diritti dell’infanzia. Egli ha espresso il suo sostegno alle dichiarazioni del Segretario Generale che ha posto l’infanzia al centro degli obiettivi del Millennium Development Goals, definendola la parte più vulnerabile della società, i cui bisogni sono spesso i maggiori. L’Osservatore Permanente si è congratulato con la comunità internazionale per la ratifica, quasi all’unanimità – evento senza precedenti – della Convenzione sui Diritti dei Bambini. Ha anche sottolineato però che è ancora lunga la strada che occorre fare per giungere ad una piena attuazione di questa convenzione.

Affermando che il diritto alla vita è il primo, fondamentale diritto dei bambini, l’Osservatore Permanente ha definito esorbitante il numero di vite perse per cause prevenibili. Egli ha assicurato all’Assemblea che l’Ordine di Malta, con i suoi 80.000 volontari, sta lavorando per ridurre il numero di queste morti, proseguendo in maniera decisa nei suoi programmi di vaccinazione nel mondo.

Dopo aver definito la famiglia il nucleo fondamentale della società ed elemento naturale per la crescita ed il benessere dei suoi componenti, l’Amb. Shafer ha sottolineato come il flagello costituito dall’HIV/AIDS, costituisce un problema importante anche sotto il profilo della disgregazione delle famiglie. L’Ordine di Malta nel corso dei suoi 900 anni di storia non ha mai visto un’epidemia più distruttiva per l’unità familiare di quella costituita dall’HIV/AIDS, che ha sottratto uno od entrambi i genitori ad oltre 16 milioni di ragazzi sotto i sedici anni di età. Questo fenomeno aggrava la vulnerabilità dei bambini alla violenza, e l’Osservatore Permanente ha qui messo in risalto il sostegno dell’Ordine alle recenti raccomandazioni del Comitato per i Diritti dei Bambini su questo argomento. Egli ha sottolineato il particolare impegno profuso dall’Ordine di Malta nell’assicurare i diritti di quei bambini che vivono senza l’affetto di una famiglia, attraverso il continuo sviluppo e miglioramento del sistema rappresentato dai numerosi istituti per orfani e dalle scuole, attrezzate per prendersi cura delle speciali esigenze dei bambini più indifesi.

Si stima siano oltre 300 milioni i bambini nel mondo oggetto di violenze, abusi e sfruttamento. L’Amb. Shafer ha qui sottolineato che gli abusi sessuali, lo sfruttamento ed il commercio hanno effetti ancora più devastanti sulle bambine. Forte è la condanna dell’Ordine di Malta per queste gravi violazioni dei diritti dei bambini e ha riaffermato l’impegno dell’Ordine ad estirpare questi crimini.

Infine, l’Osservatore Permanente ha espresso in maniera netta la necessità di un maggiore impegno delle agenzie delle Nazioni Unite ad indirizzare le energie della comunità internazionale all’elaborazione di leggi efficaci in questo settore. In questo contesto ha citato l’Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, Palestina gestito dall’Ordine di Malta che ha recentemente festeggiato la nascita del 30.000 bambino in 15 anni di attività, malgrado sia stato assediato e colpito a seguito delle violenze in quella regione.