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Il Presidente della Repubblica Italiana riceve gli Ambasciatori accreditati

Il Presidente della Repubblica Italiana riceve gli Ambasciatori accreditati
22/12/2011

A prendere la parola a nome del corpo diplomatico è l’Ambasciatore dell’Ordine di Malta Giulio di Lorenzo Badia

Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Corpo Diplomatico accreditato per la cerimonia degli auguri di fine anno. In questa occasione, l’ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta Giulio di Lorenzo Badia, in qualità di Vice decano del Corpo diplomatico, ha preso la parola a nome del corpo diplomatico pronunciando il discorso che pubblichiamo qui di seguito.

Al termine, il presidente della Repubblica Italiana ha ringraziato l’Ambasciatore di Lorenzo Badia per “l’eloquente e significativo intervento che ha svolto anche a nome della storica e nobile istituzione che ella rappresenta”.

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Signor Presidente,

a motivo dell’arrivo previsto per il prossimo mese di gennaio, del nuovo Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Monsignor Adriano Bernardini, Decano del Corpo Diplomatico, in qualità di Vice Decano ho oggi l’onore di porgerLe, insieme ai capi delle Missioni Diplomatiche accreditate in Italia, un deferente saluto e, alle soglie delle solennità natalizie e del Nuovo Anno, formulare per la Sua persona, la Sua famiglia e tutto il popolo italiano, i più fervidi auguri di prosperità.

L’Anno 2011, che sta terminando, è stato pieno di significativi eventi per il Paese che ci ospita e Lei, Signor Presidente, è stato un magnifico interprete dei sentimenti e delle aspirazioni di tutta la popolazione italiana. Ero, con alcuni colleghi Ambasciatori stranieri, qualche sera fa all’Auditorium e siamo stati colpiti nel vedere come i presenti L’hanno accolta, con la Consorte. L’ovazione che si è levata, calorosa e intimamente rispettosa, ci ha dato la prova inequivocabile della crescente fiducia che gli italiani ripongono in Lei.

Nel 2011 è stato celebrato il 150° Anniversario della fondazione dello Stato nazionale italiano. Un lungo cammino compiuto dal 1861, che ha visto l’Italia superare nel tempo tante difficoltà, entrando infine a far parte dei Paesi più progrediti e industrializzati del mondo. Abbiamo ammirato l’impegno dell’Italia, tenacemente perseguito in tutte le istanze internazionali, dalle Nazioni Unite alla comunità atlantica e a quella mediterranea, affinché progredisca nel mondo la causa della pace, dei diritti umani, di un equo sviluppo sociale ed economico e della libertà religiosa. E, a questo proposito, a testimonianza del profondo rapporto tra l’Italia e la Santa Sede, non ci è sfuggito l’alto valore del gesto compiuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri appena nominato, il Senatore Mario Monti, di recarsi all’aeroporto di Fiumicino per rendere omaggio al Sommo Pontefice Benedetto XVI che, reduce dall’incontro interreligioso di ottobre ad Assisi, altamente significativo, era in partenza per un importante viaggio in Africa.

Eravamo presenti, Signor Presidente, il 17 marzo di quest’anno alla Camera dei Deputati quando Ella pronunciò il discorso celebrativo per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, un discorso di elevati accenti, nel quale Ella, tra l’altro, osservava che “l’unificazione italiana ha rappresentato un’impresa storica straordinaria, per le condizioni in cui si svolse, per i caratteri e la portata che assunse, per il successo che la coronò superando le previsioni di molti e premiando le speranze più audaci”. Il 5 maggio, poi, assistevamo al Concerto da Lei offerto, con squisita sensibilità, in occasione dell’anniversario dell’elevazione al Soglio del Santo Padre. E abbiamo seguito, nell’adempimento delle nostre funzioni, le visite a Roma il 2 giugno di oltre 40 Capi di Stato e di Governo, per partecipare alla Parata Militare e al successivo incontro al Quirinale per solennizzare il 150° Anniversario dell’Unità: indimenticabili manifestazioni queste, che hanno dato grande impulso all’immagine dell’Italia!

Una lunga marcia, quella dell’Italia, antico Paese di emigrazione, che ha visto in passato oltre 25 milioni di persone lasciare con dolore la propria terra per cercare lavoro lontano dalla Patria. Oggi, come sappiamo, grazie al sacrificio di quelle persone, le comunità italiane nel mondo ammontano a molti milioni di oriundi che conservano amore e nostalgia per la terra di origine e rappresentano un saldo ponte di amicizia e di collaborazione con i Paesi ove esse si sono stabilite. Ed è noto che, da Paese di emigrazione, l’Italia, negli ultimi anni, è divenuta Paese di immigrazione: il 7% della popolazione è rappresentato da stranieri, e oltre 500 mila bambini, figli degli immigrati, sono nati in questo Paese e attendono una conferma della loro italianità. In questo quadro, Rappresentanze diplomatiche straniere, che in anni lontani erano chiamate a fronteggiare la pressione delle tante domande di visto di ingresso nei loro Paesi, vedono oggi altre Rappresentanze vigilare sugli arrivi dei loro connazionali che guardano all’Italia come una terra di sicuro approdo, e adoperarsi affinché i nuovi immigrati trovino occasioni di lavoro lontane dalla speculazione.

Nell’anno che volge al termine, Signor Presidente, Lei non si è risparmiato, ha visitato tanti Paesi ed è stato presente nelle città italiane. In occasione di quei Suoi viaggi abbiamo notato come i giovani di questo Paese in cerca di lavoro e i lavoratori in difficoltà guardino a Lei con tanta speranza. Il nostro augurio li accompagna! Ancora, in questo periodo assistiamo, Signor Presidente, all’impegno dell’Italia, Paese fondatore della Comunità Europea di fronte alla gravità della crisi economica e finanziaria mondiale e al suo grande sforzo teso a rispondere efficacemente alla crisi dell’Eurozona. Esprimiamo con sincerità l’auspicio che l’Italia riesca a superare con successo l’attuale difficile momento.

Mi consenta, Signor Presidente, di concludere con un’ annotazione che ritengo condivisa dai colleghi Ambasciatori. E’ una testimonianza che compio alla luce dei miei 40 anni al servizio dell’Italia nella Carriera diplomatica e dei 15 con il Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine che da molti secoli si adopera nel mondo nel settore umanitario e sanitario secondo l’antico suo motto”obsequium pauperum et tuitio fidei”. Quel che vorrei dire è che l’accoglienza predisposta dall’Italia per i Rappresentanti diplomatici stranieri che giungono in questo Paese, e mi riferisco al Cerimoniale di Palazzo e al Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, non si limita allo scrupoloso rispetto della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, ma è offerta con calore, oserei dire con affetto, nei confronti di tutte le Missioni estere, senza eccezioni. Un sincero ringraziamento, dunque.

E un rinnovato augurio a Lei, Signor Presidente, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al nuovo Ministro degli Affari Esteri, l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, appena rientrato da due brillanti Missioni, alle Nazioni Unite e a Washington, nella speranza che il 2012, con l’aiuto di Dio, ci offra orizzonti più sereni.