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Il Gran Maestro scrive al Papa nella Giornata mondiale della pace

Il Gran Maestro scrive al Papa nella Giornata mondiale della pace
01/01/2019

 

In occasione del messaggio di Papa Francesco per la 52a Giornata Mondiale della Pace che si celebra il 1 gennaio, Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto ha scritto a Sua Santità.

Riportiamo qui di seguito il testo del messaggio.

Beatissimo Padre,

il concetto stesso di Messaggio per la Pace, che Vostra Santità ogni anno rivolge all’Umanità e ai Governanti, acquista nella situazione odierna un’attualità ed una forza del tutto particolari.

Mai come quest’anno, da oltre mezzo secolo a questa parte, i Governanti dei paesi che compongono quella che un tempo, ormai passato, era definita “Famiglia delle Nazioni” non sembrano più, salvo qualche eccezione, operare per la pace e la concordia tra gli uomini. In un’epoca di grandi trasformazioni e di gravi crisi sociali, ideali e politiche, molti tra i responsabili dei destini dei loro paesi sembrano infatti aver scelto l’identificazione di un “nemico” come metodo per rafforzare il consenso interno e le loro posizioni. Invocando la necessità di rafforzare la sicurezza ed addossando ogni responsabilità ai pretesi avversari, troppi sono oggi al mondo i paesi che si sono impegnati in vere e proprie corse al riarmo. Certo questo avviene principalmente nelle aree del mondo più calde e turbate, ma la globalizzazione ha investito anche la sicurezza e gli equilibri strategici, rendendo difficile immaginare conflitti limitati, se non quelli, tanti intorno a noi, che coinvolgono principalmente civili.

Il Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale evoca fantasmi di conflitti globali, resi ancor più distruttivi dal possesso, da parte di molti, di armi con enorme capacità di ingenerare distruzioni e sofferenze. “La pace non può mai ridursi al solo equilibrio delle forze e della paura” scrive Vostra Santità nel Suo Venerato Messaggio, al quale desidero esprimere la più convinta e profonda adesione da parte mia e dell’Ordine di Malta tutto. Eppure il mondo sembra andare oggi proprio verso un precario equilibrio basato sulla potenza militare e sulla paura.
Forse solo Vostra Santità potrà avere la forza e l’autorità morale per richiamare i governanti a scelte che davvero coltivino e propongano la pace.

L’Ordine di Malta deve forzatamente limitare la propria azione internazionale ai campi che costituiscono la sua vera ragion d’essere, alcuni dei quali da Vostra Santità sono indicati “a contrario” nel paragrafo dedicato ai “Vizi della Politica”: la xenofobia e il razzismo….il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”, mentre negli altri settori cerca di fiancheggiare l’azione della Santa Sede negli ambiti multilaterali e principalmente in quello delle Nazioni Unite.

In un periodo storico in cui gravissima si delinea la crisi dei Diritti Umani, l’Ordine Giovannita cerca di essere davvero “artigiano di pace”, nei limiti costituiti dalle sue dimensioni e delle sue risorse. L’azione per favorire una più umana e degna accoglienza a rifugiati e migranti, che è divenuta un punto centrale per noi, viene esplicata sul campo, in Libano, in Germania, in Italia e in molti altri paesi, mentre sul fronte dell’azione in campo internazionale una delegazione, guidata dal Gran Cancelliere e di cui faceva parte anche il Grande Ospedaliere, ha preso attiva parte alla Conferenza di Marrakesh per l’adozione del “Global Compact” sui fenomeni migratori.

Un lavoro “artigiano”, ma svolto con profonda convinzione e partecipazione, mentre la componente dei Religiosi Professi dell’Ordine unisce, in condivisione con le intenzioni e la guida di Vostra Santità, la sua preghiera per la Pace e per la buona politica al servizio della Pace che auspichiamo possa nuovamente germogliare nei cinque Continenti.

Mi è gradita l’occasione, Beatissimo Padre, per pregarLa di accogliere le espressioni della mia filiale e devota vicinanza e per augurarLe un nuovo anno ricco, certamente di impegni, ma anche di progressi e di successi nella Sua altissima missione.

Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto