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Raccontare la propria vita come terapia per affrontare la morte con serenità

Raccontare la propria vita come terapia per affrontare la morte con serenità
12/08/2019

In una vita che si avvicina alla fine si può annidare un grande desiderio di raccontarsi, per sé e per gli altri. Per questa ragione i volontari dell’Ordine di Malta Victoria, Australia, hanno avviato un’iniziativa all’apparenza facile, ma di grande efficacia, il Biography Program. “Noi ci sediamo, semplicemente, e ascoltiamo”, racconta Tanya, una dei tanti volontari che da alcuni anni frequenta le case di persone giunte negli ultimi anni della propria vita e le aiuta a far riaffiorare ricordi per poi raccoglierli in una biografia.

Raccontare la propria esistenza ha una potente efficacia terapeutica: riportare a galla momenti di gioia, di successo, di dolore aiuta ad acquistare consapevolezza di quanto la propria vita sia stata ricca e piena di eventi. E può servire anche a ridimensionare e a dare il giusto peso alla fase finale, quella della malattia o della vecchiaia. Per molti partecipanti a questo programma, inoltre, la propria biografia diventa uno strumento per trasmettere messaggi ai famigliari, dare consigli, ricordare episodi e tramandare tradizioni. Tutto ciò può contribuire ad accettare la morte imminente con maggiore serenità.

L’effetto rassicurante non si limita al solo protagonista. Le biografie infatti aiutano anche le famiglie e gli amici che si trovano ad affrontare il lutto: averne una tra le mani è un modo per mantenere un legame, sentire la presenza di colui che ha lasciato questo mondo, sorridere nel ricordarlo.

I volontari dedicano molto tempo e grande impegno a questo programma: visitano più volte la casa dell’assistito, ascoltano i suoi racconti, li registrano, li trascrivono, li rivedono assieme a lui. Talvolta raccolgono altro materiale da associare al racconto: foto, canzoni, poesie. Sono necessari almeno una decina di incontri per collezionare una storia. E le biografie già pubblicate hanno una lunghezza che varia dalle 3 alle 170 pagine.

Premiato dal ministero della Sanità australiano, il programma, iniziato nel 1992, conta oggi 94 volontari. Ad ottobre 2018, erano state pubblicate circa un migliaio di biografie.