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L’Ordine di Malta è fiero della sua azione in Libano

L’Ordine di Malta è fiero della sua azione in Libano
09/06/2002

L’Orient-Le Jour dell’8 giugno

“Il Libano appartiene alla culla delle civiltà e del cristianesimo e noi siamo fieri dell’azione dell’Ordine di Malta in questo paese” E’ con un caloroso sorriso sulle labbra che il conte Jacques de Liedekerke, Gran Cancelliere del Sovrano Militare Ordine di Malta (ossia Ministro degli Interni e degli Esteri), descrive il suo sentimento verso il nostro paese, dove la sua istituzione può contare su una associazione molto attiva e un’ambasciata. La sua presenza, assieme a quella di suoi tre colleghi di governo di questo Stato sovrano, ma senza territorio e dunque senza frontiere, ha suggellato la conclusione dei lavori dei presidenti delle associazioni dell’Ordine, riunitisi a Beirut il 4 e 5 giugno all’Hotel Riviera. “La calorosissima accoglienza ricevuta in questo paese ci ha commosso”, ha sottolineato ancora il conte Jacques de Liedekerke, che, in occasione dell’intervista concessa a L’Orient-Le Jour, ha toccato argomenti quali le iniziative intraprese dalla sua organizzazione nel mondo, il dialogo tra le civiltà e il significato della sua visita in Libano.

Il conte de Liedekerke è un avvocato belga che ha fondato un ufficio internazionale a Bruxelles e Anversa. E’ entrato nell’Ordine di Malta nel 1985 e, dal 2002, riveste l’attuale carica di Gran Cancelliere.

“Non siamo una potenza politica” tiene subito a precisare il conte de Liedekerke, rispondendo ad una domanda sulle circostanze che determinano il possibile intervento dell’Ordine di Malta e sul suo peso a livello politico nel mondo. “Noi siamo una istituzione umanitaria di ispirazione cristiana perché tutti siamo cattolici praticanti. La nostra posizione è di neutralità sin dalla fondazione dell’Ordine, ossia da novecento anni. Ci occupiamo delle persone bisognose, indipendentemente dalla loro razza, colore, sesso o religione; avere questo atteggiamento nel Medioevo significava essere all’avanguardia.”

Dunque, i cavalieri dell’Ordine di Malta non si interessano di politica. Però “sono le ricadute della politica sul piano umanitario ad interessarci direttamente, anche se non esprimiamo mai un giudizio di merito sugli atti che potrebbero essere all’origine di una particolare situazione.” Che succede quando l’azione dell’Ordine è ostacolata da circostanze drammatiche? Risposta: “In questo caso cerchiamo di fare appello alle istituzioni internazionali affinché esercitino pressioni”.

Come si guida uno Stato senza territorio? “La nostra sovranità è di natura particolare, tale da permetterci di essere presenti in tutti i paesi godendo del rispetto e dell’autorità accordate agli Stati“, sottolinea il conte de Liedekerke, “La nostra azione è di carattere puramente umanitaria, non ha frontiere e, dunque, coloro che effettuano gli interventi a nome nostro lo fanno esclusivamente per servire la nostra causa. Questo è l’ideale di cui ci facciamo portatori e che caratterizza l’azione che svolgiamo nei paesi.“

Diecimila cavalieri dell’Ordine di Malta sono disseminati praticamente in tutto il mondo: oltre tremila in America Latina, più di cinquemila in Asia. “Questi sono paesi dove il cristianesimo non è tanto vecchio come nei due principali continenti dove siamo radicati“, fa notare.

“La mistica non ha più fatto ritorno nel mondo“

La religione cristiana affonda le sue radici nel Medio Oriente. “E’ proprio a Gerusalemme che è stato fondato il primo ospedale, gestito poi dai cavalieri di Malta alla fine dell’XI secolo“, precisa il conte de Liedekerke. “L’Ordine ha tentato di proseguire la sua missione nonostante le vicissitudini storiche. I cristiani hanno abbandonato la Palestina e i cavalieri si sono installati a Cipro, Rodi, Malta e, oggi, a Roma. Abbiamo comunque cercato di rimanere sempre vicini alle nostre radici. In Libano possediamo una struttura di cui andiamo molto fieri e a Betlemme anche un ospedale che ci sta molto a cuore e che è ancora in piedi nonostante gli sconvolgimenti che scuotono il paese.“

L’Ordine di Malta pensa di estendere la propria influenza nei paesi orientali? Può insediarsi in paesi dove la religione cattolica non ha o comunque ha pochi fedeli? “La nostra missione è quella di aiutare le persone bisognose, senza distinzione di religione“, ricorda il Gran Cancelliere. “Tuttavia, per installare un’associazione dotata di stabilità, è necessario che esista già una comunità cristiana che possa procurarci il numero necessario di cavalieri. Se questo non è fattibile, noi procediamo per via indiretta inviando missioni formate in altri paesi, ma ci avvaliamo anche del concorso del nostro ambasciatore in loco che organizza i soccorsi. Sfruttiamo dunque tutte le possibilità. Il fatto di essere uno Stato sovrano ci mette a disposizione mezzi di intervento molto più diretti in tutte le parti del mondo.“

In che modo qualificherebbe l’azione dell’Ordine di Malta in Occidente, dove la fede cristiana ha una diffusione minore che in passato? “I cavalieri sono comunque prescelti tra persone credenti, profondamente convinte di avere un compito spirituale e morale da assolvere. E’ vero che in diversi paesi europei la fede ha subito una battuta d’arresto, ma questo non significa che, a livello mondiale, lo spirito religioso si trovi in una fase di decadenza. La mistica è molto più diffusa di quanto si non pensi. D’altronde quando constatiamo che gli ideali cui siamo legati sono oggetto di violenti attacchi, li difendiamo con maggiore entusiasmo.“

Quando il Libano è stato scelto come sede della riunione, il Gran Maestro (l’equivalente del Presidente della Repubblica) ha chiesto che ad essa vi partecipassero quattro alte cariche (i ministri che detengono i portafogli di importanza essenziale), e questa è stata la prima volta nella storia dell’Ordine di Malta che si è verificato un fatto del genere. Perché dunque questi provvedimenti eccezionali e che cosa rappresenta il Libano nella strategia dell’Ordine di Malta? “Il Libano fa parte non solo della culla della nostra civiltà, ma anche del cristianesimo e delle regioni monoteistiche” – sottolinea il conte de Liedekerke – “di conseguenza è un paese cui l’Ordine di Malta, che è una istituzione originalmente europea, è profondamente legato. Si tratta inoltre di un paese con civiltà e tradizione cristiana. E’ anche passato attraverso prove terribili, e da ciò deriva il fatto che noi abbiamo sentito la necessità di portargli il nostro aiuto. Ecco perché ci siamo particolarmente impegnati nello sviluppo delle nostre attività ospedaliere in Libano.“

“Siamo testimoni, non turisti“

Continuando: “Siamo molto orgogliosi di quanto è stato realizzato qui non solo dai cavalieri libanesi, il cui operato è degno di ammirazione, ma anche da persone disinteressate di altri paesi, riunitesi per portare il loro sostegno finanziario e le risorse umane necessarie a ciò che è, oggigiorno, una tra le nostre realizzazioni più belle.“

E’ possibile prevedere che in futuro vi sarà un maggior supporto o aiuti finanziari più consistenti alla missione in Libano? “L’aiuto che si può offrire alle persone in preda alla miseria è sempre insufficiente“, afferma con un sorriso. “Non faremo mai abbastanza. Però i mezzi a nostra disposizione non sono illimitati. Le nostre fonti di finanziamento non sono smisurate, mentre invece il nostro settore di intervento è immenso. Per ciascun paese disponiamo di aiuti puntuali che permettono l’intervento in caso di eventi eccezionali o di catastrofi. Se potremo assicurare al Libano un aiuto più sostanziale, lo daremo, però si deve sapere che già questo aiuto è importante.“

Pregato di fornire alcuni dati, il ministro sottolinea che ogni anno nei centri del Libano sono effettuati più di 200.000 interventi medici. Alla domanda se era il governo dell’Ordine che finanziava direttamente tutto questo, egli ha precisato che “queste azioni sono principalmente finanziate con i mezzi raccolti dall’Ordine, ma devono essere considerati anche altri contributi, e in particolare le facilitazioni offerte dalle autorità libanesi, con le quali abbiamo un rapporto di collaborazione eccellente.“

Questa è la prima visita del Gran Cancelliere in questa parte del mondo. Ma questo non gli impedisce di “seguire molto da vicino i drammi che si verificano in questa regione.“ “Di conseguenza“, aggiunge, “non siamo venuti qui come turisti, bensì come testimoni, per cercare di portarvi conforto e assicurarvi la nostra comprensione per le difficoltà con le quali vi dovete confrontare.“

Che ruolo può svolgere oggi una istituzione come l’Ordine di Malta nel ravvicinamento delle posizioni tra Occidente e Oriente? “Non siamo una potenza politica, però abbiamo un certo potere morale” risponde il conte de Liedekerke. “Riteniamo che il nostro intervento non sarebbe possibile se soltanto una parte ci richiedesse di aiutarla ad aprire un dialogo. Noi realizzeremo dunque i nostri aiuti umanitari, senza però avere politiche prefissate, e senza emettere un giudizio sulle cause che hanno condotto alle tragedie.“

Il conte de Liedekerke ha partecipato alla riunione, assieme al Venerabile Balì Fra Ludwig Hoffmann Von Rumerstein, Gran Commendatore (Ministro della Spiritualità), del Balì Albrecht Freiherr Von Boeselager, Grande Ospedaliere(incaricato degli affari delle opere ospedaliere nel mondo) e del Balì Gian Luca Chiavari, Ricevitore del Comun Tesoro (Ministro delle Finanze), oltre a trenta presidenti di associazioni dell’Ordine venuti da cinque continenti. E’ la prima volta che i quattro ministri, detti “alte cariche”, si muovono tutti assieme per assistere a questo tipo di riunione che si svolge ogni due o tre anni.

Suzanne Baaklini