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L’Ospedale pediatrico ad Aleppo sostenuto dal Malteser International danneggiato dai bombardamenti

L’Ospedale pediatrico ad Aleppo sostenuto dal Malteser International danneggiato dai bombardamenti
18/11/2016

Ancora attacchi aerei sull’ultimo ospedale pediatrico della città

Nella mattinata del 16 novembre, l’ospedale pediatrico di Aleppo sostenuto da Malteser International è stato danneggiato da bombe barile. I pazienti e la maggior parte delle attività ospedaliere erano stati trasferiti nei sotterranei dell’edificio da settimane al fine di provvedere al livello base di sicurezza di fronte ai continui attacchi aerei sulla parte assediata della città. I bombardamenti dell’altro ieri hanno causato grandi danni ai sotterranei, dove lo staff e i pazienti sono rimasti intrappolati per ore, temendo per la loro vita mentre gli aerei sorvolavano l’ospedale.

“In Siria, i diritti umani e le norme internazionali sono calpestati da mesi. I nostri partner locali hanno perso ogni speranza per quanto riguarda la pace. Il lavoro dei medici e degli infermieri nell’ospedale pediatrico è rimasto uno degli ultimi segni di umanità e di pietà nella città”, ha detto Janine Leitmeyer, Coordinatore nazionale per la Siria e la Turchia di Malteser International, parlando dalla città frontaliera turca di Kilis.

L’ospedale ha ripreso la sua attività il giorno dopo il bombardamento, anche se da mesi gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere le parti assediate di Aleppo Est e le scorte dell’ospedale si stanno esaurendo. Alcuni medicinali già sono finiti. Se gli aiuti non riusciranno a entrare nella città a breve, le poche strutture mediche rimaste non potranno più fare molto per la popolazione assediata. La chiusura dell’ospedale dei bambini lascerebbe circa 90.000 bambini ancora nella città senza assistenza pediatrica.

Malteser International sostiene l’ospedale pediatrico da luglio 2015, pagando gli stipendi dei dipendenti e finanziando l’acquisto di attrezzature, tra cui i ventilatori e le incubatrici. Malteser International fornisce anche assistenza medica a circa 300.000 persone che vivono in prossimità del confine siro-turco in quattro strutture gestite da organizzazioni partner. Oltre la metà di queste persone sono sfollati interni che vivono in campi profughi.

 Chiediamo con urgenza donazioni per aiutare le persone di quella regione:

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