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Discorso del Gran Maestro Fra’ John Dunlap al Corpo Diplomatico accreditato presso l’Ordine di Malta

Discorso del Gran Maestro Fra’ John Dunlap al Corpo Diplomatico accreditato presso l’Ordine di Malta
10/01/2025

Il Gran Maestro Fra’ John Dunlap ha tenuto oggi l’Udienza di inizio anno con il Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Militare Ordine di Malta. L’Udienza ha avuto luogo nella Villa Magistrale a Roma.

Dopo il discorso del Decano del Corpo diplomatico, l’ambasciatore del Camerun Antoine Zanga, il Gran Maestro ha pronunciato il suo discorso che riportiamo integralmente qui di seguito.

 

Signor Decano, Eccellenze, Signore e Signori,

sono molto lieto di accogliervi oggi per la tradizionale udienza del Nuovo Anno con il Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine di Malta.

Ringrazio sinceramente l’Ambasciatore del Camerun, S.E. Antoine Zanga, per le sue parole di ispirazione e incoraggiamento.

Lo “Scambio di auguri”, tradizione di lunga data, è uno dei miei compiti preferiti dell’anno. Non solo incontro amici e collaboratori in una circostanza così piacevole, ma la vostra presenza mi ricorda anche l’importanza del nostro lavoro comune per la pace e la giustizia nel mondo. È quindi un onore e un piacere per me essere qui con voi oggi.

Un altro anno, il 2025, è alle porte. Sua Santità, Papa Francesco, lo ha dichiarato anno giubilare. Ci porterà la pace che tanti popoli del mondo desiderano? Oppure – nonostante i nostri migliori sforzi diplomatici – il 2025 sarà una prosecuzione della violenza, dell’ingiustizia e dello sfollamento con cui, purtroppo, ci siamo abituati a vivere? Naturalmente, i nostri sforzi da soli non possono trasformare il mondo in un colpo solo. Ma, credetemi, quando lavoriamo insieme per la pace e la giustizia, possiamo fare un’enorme differenza nella vita dei poveri, dei dimenticati e degli emarginati.

E fare questa differenza è, in ultima analisi, lo scopo e l’obiettivo della diplomazia dell’Ordine. La nostra posizione unica, sia come ordine religioso che come entità sovrana di diritto internazionale, ci permette di lavorare con altri Paesi per fornire aiuti umanitari, assistenza medica e cure ai rifugiati in ogni angolo del mondo. Questo è particolarmente vero quando collaboriamo con nazioni, come le vostre. In breve, la nostra diplomazia non si concentra sulla promozione degli interessi dell’Ordine. Piuttosto, la nostra diplomazia è posta al servizio dei malati e dei poveri – indipendentemente dalla religione, dalla razza o dall’etnia – in adempimento del nostro carisma: Tuitio Fidei, Obsequium Pauperum (Difesa della fede attraverso il servizio ai poveri).

Quest’anno, inoltre, segna una collaborazione più profonda con la Santa Sede attraverso un più ampio piano di attività che il Sovrano Ordine di Malta ha avviato per l’Anno Giubilare. Oltre 2.000 volontari – provenienti da circa 20 Paesi del mondo – presteranno servizio nei posti di primo soccorso gestiti dall’Ordine di Malta nelle quattro basiliche papali.

L’Ufficio del Grande Ospedaliere sta organizzando il lavoro dei volontari, che saranno presenti in due turni al giorno in ogni basilica. Per ogni turno saranno presenti un medico, un infermiere e due primi soccorritori, per un totale di 32 volontari a settimana per 55 settimane.

Si tratta di uno sforzo enorme da parte nostra, ma fa parte della nostra missione originaria: l’assistenza ai pellegrini.

Se la diplomazia dell’Ordine vuole sostenere efficacemente le nostre attività in tutto il mondo a favore dei poveri, dobbiamo fare un grande investimento strategico nelle nostre infrastrutture diplomatiche. Il mio governo è impegnato ad incrementare il numero di Paesi con cui intratteniamo relazioni diplomatiche. Ciò richiede uno sforzo significativo per sostenere un Corpo Diplomatico efficiente e in crescita, nonché l’impegno del mio tempo e di quello del Gran Cancelliere. Poiché l’Ordine è un’entità sovrana piuttosto atipica, i vantaggi dei legami diplomatici con esso non sono sempre evidenti. Ad esempio, è importante che le nazioni e le organizzazioni internazionali riconoscano il valore della rigorosa neutralità dell’Ordine e che questa neutralità permetta all’Ordine di portare soccorso e aiuti umanitari dove altri non possono arrivare. Ed è importante che i nostri partner diplomatici sappiano di poter contare sull’Ordine per sostenere i loro sforzi nel fornire aiuti umanitari. Allo stesso tempo, le nostre relazioni formali con così tanti Paesi consentono all’Ordine di muoversi rapidamente, con minime interferenze, per portare aiuti umanitari in zone di guerra, attraverso confini chiusi e in angoli remoti del mondo.

Nel 2023, quando sono stato eletto Gran Maestro, mi sono impegnato a incontrare subito i vertici di tre nazioni che hanno sempre sostenuto le attività di soccorso mondiale dell’Ordine e i suoi diritti di sovranità in base al diritto internazionale. All’inizio del XIX secolo, anche i precedenti governi di queste nazioni hanno dimostrato il loro sostegno all’Ordine, quando intraprese il difficile compito di riorganizzare le proprie attività e di stabilire nuovi modi per articolare il suo impegno fondamentale al servizio dei poveri e dei malati. Ho quindi avuto il piacere di compiere visite ufficiali al Santo Padre, al Presidente della Repubblica di Malta e al Presidente della Repubblica Italiana. La Repubblica di Malta ha dimostrato ripetutamente il suo spirito di cooperazione, soprattutto dopo la sua indipendenza nel 1964, e ha accolto sempre più i 268 anni di storia condivisa con l’Ordine. L’Italia è da secoli un amico fedele dell’Ordine, così come il Papato, che per primo ha manifestato il suo sostegno all’Ordine e alla sua autonomia oltre 900 anni fa. Devo dire che mi ha fatto molto piacere inaugurare il mio governo con le visite presso grandi autorità morali, nonché grandi amici dell’Ordine.

Dopo le mie prime visite alla Santa Sede, alla Repubblica di Malta e all’Italia, ho dedicato particolare attenzione ad alcuni Paesi estremamente significativi per la storia dell’Ordine: Polonia, Ungheria e Grecia. Con questi tre Paesi l’Ordine ha un coinvolgimento di lunga data e profondamente radicato.

Desidero ringraziare personalmente gli ambasciatori di questi Paesi per il loro aiuto nell’organizzazione delle visite ufficiali.

Per quanto riguarda la Grecia, il nostro legame con questa nazione ruota in gran parte attorno ai 212 anni di dominio dell’Ordine sull’isola di Rodi. Ho avuto il grande onore di inaugurare ufficialmente un museo virtuale sulla storia dell’Ordine a Rodi dal 1310 al 1522. Sebbene gli anni trascorsi a Rodi appartengano a un passato lontano, per certi versi il passato costituisce la base per le relazioni attuali. Nel momento stesso in cui abbiamo riconosciuto il nostro passato comune a Rodi, abbiamo avviato discussioni per stipulare un accordo di cooperazione con la Repubblica ellenica.

Abbiamo siglato un Memorandum of Understanding con il Regno Unito lo scorso anno. Questo accordo si basa su un modello innovativo che prevede lo scambio di rappresentanti ufficiali, nonché un meccanismo di consultazione congiunta e di potenziale cooperazione tra i firmatari per quanto riguarda situazioni di terze parti. Desidero esprimere il mio profondo apprezzamento alle autorità britanniche, e in particolare all’Ambasciatore britannico presso la Santa Sede, per la loro apertura all’innovazione e per le dimostrazioni di creatività che hanno caratterizzato i dettagli del nostro nuovo rapporto. Da parte mia, sono fiducioso che si possa arrivare a relazioni diplomatiche complete al momento opportuno.

Diverse altre nazioni europee hanno effettuato visite ufficiali al Gran Magistero, ho accolto i Capi di Stato di Ungheria, Albania, Lettonia e Slovenia. In incontri separati, il Gran Cancelliere e il Grande Ospedaliere hanno ricevuto diversi dignitari europei, tra cui primi ministri, ministri degli Esteri e altri ministri di gabinetto. Oltre a personalità europee, il Gran Cancelliere ha ricevuto anche Sua Maestà il Re del Lesotho. Speriamo che incontri come quello con Sua Maestà ci aiutino a crescere nella regione del Sub-Sahara. Infatti, abbiamo aperto relazioni diplomatiche con il Burundi e poi con il Gambia negli ultimi due anni, mentre aumenta il numero di Paesi dell’Africa subsahariana con cui intratteniamo relazioni diplomatiche.

In linea con il nostro obiettivo strategico di aumentare il numero di nazioni con cui intratteniamo relazioni diplomatiche, ho intrapreso diversi viaggi in varie parti del mondo.

A Panama, dove l’Ordine e le sue attività a favore dei poveri continuano a crescere, ho partecipato alla Conferenza regionale dell’Ordine per l’America Latina. Ho anche effettuato una visita ufficiale al Presidente della Repubblica, che mi ha accolto calorosamente con la nostra delegazione. Quella di Panama è stata la prima di una serie di visite nei Paesi dell’America Latina che intendo effettuare nei prossimi anni. A Palazzo Magistrale, il Gran Cancelliere ha ricevuto la First Lady dell’Ecuador, un incontro che ci auguriamo porti a rafforzare le già strette relazioni con questo paese e contribuisca a stimolare ulteriori attività in America Latina. Queste visite non solo segneranno le nostre crescenti relazioni nella regione, ma contribuiranno anche a rafforzare i legami esistenti e a sviluppare nuove attività e iniziative.

In questo quadro strategico, mi sono recato in Australia per celebrare il 50 ° anniversario della fondazione della nostra Associazione nazionale. Ho visitato molti dei nostri progetti a Melbourne, Brisbane, Gold Coast e Sydney. Ho osservato con soddisfazione le importanti attività svolte dall’Ordine a favore dei poveri e degli ammalati. A Canberra ho incontrato anche il Governatore Generale. Qualche giorno prima avevo incontrato i Governatori del Queensland e del Nuovo Galles del Sud. Mi ha fatto molto piacere che ogni rappresentante del Re abbia dimostrato un notevole livello di conoscenza dell’Ordine e del suo lavoro nel proprio paese.

Durante quei giorni in Australia, ho notato due approcci fondamentali nei confronti dell’Ordine e dei suoi rappresentanti. In primo luogo, le autorità locali e la gente comune hanno uniformemente espresso apprezzamento per il lavoro concreto dell’Associazione e dei suoi volontari. In secondo luogo, la nostra delegazione, pur non avendo uno status diplomatico, ha ricevuto ogni possibile cortesia da parte dei funzionari pubblici australiani. La calorosa accoglienza e le mani tese sono state, credo, il risultato di un alto livello di conoscenza dell’Ordine e del suo lavoro. Nel momento in cui le persone comprendono l’obiettivo dell’Ordine e il fine ultimo della sua diplomazia, quando vedono Cavalieri e Dame al lavoro nelle mense dei poveri, nei campi di soccorso e negli ospedali, possono apprezzare pienamente la portata del nostro lavoro e del nostro impegno, e i molti benefici di una relazione diplomatica con l’Ordine di Malta.

Abbiamo inoltre dimostrato il nostro sostegno e la nostra fiducia nelle agenzie internazionali aderendo alla “Global Alliance Against Hunger and Poverty”. L’Alleanza è stata approvata dal G-20 e inizialmente lanciata dal Presidente del Brasile Lula. La sua missione è sostenere e accelerare gli sforzi globali per eradicare la povertà, in parte attraverso l’implementazione di soluzioni basate sull’evidenza. Siamo consapevoli degli obiettivi ambiziosi fissati dall’Alleanza e siamo orgogliosi di far parte di questo sforzo. Ringrazio l’Ambasciatore del Brasile per la sua preziosa assistenza a questo proposito.

Nel 2024 si è celebrato il 30° anniversario in cui l’Ordine ha ricevuto dalle Nazioni Unite lo status di Osservatore Permanente. L’Ordine ha celebrato questo importante anniversario con eventi a New York, Ginevra e Vienna. A settembre sono stato invitato a visitare le Nazioni Unite a New York. Questo è stato un altro passo importante per migliorare e far crescere il nostro status diplomatico. L’Ordine attribuisce una particolare importanza alle Nazioni Unite in quanto fulcro di un sistema di cooperazione multilaterale basato sui principi e sulle norme del diritto internazionale. Crediamo in un sistema internazionale basato sulle regole. È l’unico modo per garantire i valori fondamentali della protezione della vita umana e della solidarietà sociale. Allo stesso tempo, un sistema basato sulle regole è anche il modo più efficace per affrontare le numerose sfide che abbiamo di fronte oggi: l’impatto del cambiamento climatico, gli sforzi a lungo termine per la transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio, le numerose fonti di instabilità che alimentano la violenza, l’abuso dei diritti umani, i flussi di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, solo per citarne alcune.

All’ONU sono stato accolto calorosamente dal Segretario Generale, S.E. António Guterres. Per la prima volta nella storia un Gran Maestro è stato ricevuto formalmente da un Segretario Generale delle Nazioni Unite. Sono stato anche invitato a parlare al forum “The Summit of the Future” alle Nazioni Unite, un’altra “prima” per un Gran Maestro. Anche il Gran Cancelliere ha innalzato la Croce di Malta alle Nazioni Unite quando è stato invitato dal Consiglio di Sicurezza a parlare al dibattito pubblico “Leadership for Peace”.

Per rafforzare ulteriormente il nostro stretto legame con le Nazioni Unite mi sono poi recato a Ginevra dove, al Palais des Nations, ho inaugurato la Mostra “Il Sovrano Ordine di Malta oggi” presentando la pubblicazione “30 anni del Sovrano Ordine di Malta alle Nazioni Unite” e soprattutto sono intervenuto al Consiglio dei Diritti Umani, dopo aver incontrato il Direttore Generale dell’ONU Tatiana Valóvaya.

Tra le nostre priorità diplomatiche vi sono:

– La difesa dell’importanza del Diritto Internazionale Umanitario;

– La protezione delle popolazioni civili e degli operatori umanitari in situazioni di guerra e conflitto.

– la tutela del valore della libertà religiosa.

Nel 2024 abbiamo organizzato diversi eventi pubblici che hanno visto la partecipazione di esperti dell’Ordine e di personalità di spicco di agenzie internazionali, università e Think Tanks. Ad esempio, la sessione sull’assistenza umanitaria alla Conferenza degli Ambasciatori, l’evento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco e il workshop sulla libertà religiosa alla Villa Magistrale.

La nostra attività di advocacy su questi temi specifici è oggi ancora più rilevante. Oggigiorno, i diritti umani vengono ignorati e degradati con conseguenze terribili per i civili intrappolati nelle zone di guerra in molte aree del mondo. In effetti, in molte parti del mondo sono scoppiate crisi umanitarie. Gli eventi a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Ucraina ci hanno scioccato per la loro crudeltà e per il totale disprezzo delle regole di ingaggio. I civili vengono regolarmente presi di mira, le loro case distrutte e le loro città deliberatamente ridotte in macerie.

Le immagini di sofferenza, morte e devastazione ci perseguitano. Il numero crescente di bambini vittime delle operazioni militari ci sconvolge. La rigida risposta della leadership politica a questa carneficina di civili ci riduce a un silenzio attonito. Ma queste non sono risposte accettabili a questa crescente tragedia umana. Dobbiamo ricordare a noi stessi e agli altri che abbiamo l’obbligo morale di opporci al degrado del sistema internazionale. Dobbiamo far sentire la nostra voce, quando se ne presenta l’occasione, contro le violazioni dei diritti umani. Non dobbiamo esitare a utilizzare gli strumenti giuridici che la comunità internazionale ci ha messo a disposizione per prevenire e contenere gli effetti della guerra e dei conflitti.

Ma la difesa delle nostre priorità diplomatiche da sola non basta. Infatti, mentre noi discutiamo nei tribunali dell’Aia e nelle aule dell’Assemblea generale di New York, i civili vengono uccisi a migliaia e sfollati a centinaia di migliaia. Hanno bisogno – ma non ne hanno – di cibo, acqua, cure mediche, riabilitazione fisica e sostegno psicologico. I bambini devono poter continuare a studiare. La mancanza di alimentazione e di assistenza medica, l’interruzione dell’istruzione e delle attività sociali, le minacce e gli attacchi agli operatori umanitari e la distruzione delle infrastrutture civili non sono ammissibili in nessun modo e in nessuna circostanza.

Riconoscendo le situazioni disastrose che hanno intrappolato i civili in cicli di violenza, l’Ordine di Malta non si è limitato a fare advocacy. Ha agito “sul campo”, coerentemente con la sua missione storica e la sua lunga tradizione di aiuti umanitari.

Il nostro cuore va a quegli israeliani presi in ostaggio. Che Dio protegga loro e le loro famiglie. Speriamo in un rilascio immediato.

A Gaza, l’Ordine è stato in grado di consegnare cibo e altri beni di soccorso in particolare a Gaza City e nella parte settentrionale della Striscia. Lo abbiamo fatto grazie a una combinazione unica di energie e risorse con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, la Parrocchia cattolica di Gaza City e la Caritas. Il nostro aiuto è tanto più importante in quanto molte organizzazioni umanitarie incontrano difficoltà insormontabili nel fornire aiuti alimentari a Gaza, soprattutto nel nord. La maggior parte dei nostri aiuti è costituita da frutta e verdura fresca, prodotti che sono diventati estremamente rari e costosi a Gaza. Continueremo a fornire tale assistenza su base regolare, finché sarà necessario. In breve, resteremo solidali con la popolazione di Gaza fino a quando soffrirà condizioni di estrema difficoltà.

La nostra posizione è la stessa per quanto riguarda la popolazione della Cisgiordania, dove le condizioni di vita e la situazione umanitaria hanno continuato a deteriorarsi a un ritmo spaventoso. Sul campo, i livelli estremi di violenza impediscono l’attuazione delle operazioni di soccorso e spesso intralciano il dispiegamento delle nostre cliniche mobili, precludendo, ad esempio, la tanto necessaria assistenza medica ai villaggi beduini. Siamo altrettanto preoccupati per la situazione a Betlemme, una città di evidente importanza per l’intera cristianità. Gli sconvolgimenti in Medio Oriente hanno praticamente interrotto i viaggi non necessari in diversi Paesi dell’area. Il drastico calo del flusso di visitatori e pellegrini a Betlemme, ad esempio, ha aggravato le condizioni economiche e sociali della popolazione e creato difficoltà finanziarie ai progetti dell’Ordine. L’Ordine, tuttavia, continua ad essere presente in quest’area, soprattutto attraverso l’Ospedale della Sacra Famiglia, un modello unico di servizio umanitario e di coesione sociale. Nonostante le molte difficoltà, la bandiera dell’Ordine continua a sventolare in cima al complesso ospedaliero, a testimonianza del nostro impegno a sostegno del popolo palestinese.

In Libano, altro teatro di conflitto e crisi umanitaria, l’Ordine ha svolto un ruolo cruciale, fornendo assistenza in molte aree attraverso la sua vasta rete di oltre sessanta centri. La presenza dell’Ordine è sentita in tutto il paese attraverso la sua associazione nazionale, i cui membri hanno dimostrato una dedizione e un impegno straordinari. Le operazioni di emergenza degli ultimi mesi sono gli esempi più recenti di come l’Ordine si sia mobilitato con successo in tempo di crisi. Nel Libano devastato dalla guerra, l’Ordine è attivo nel settore sanitario, nell’agricoltura, nell’istruzione e nella formazione professionale.

L’impegno dell’Ordine nel fornire assistenza umanitaria alle popolazioni palestinese e libanese si basa non solo sulle legittime necessità di questi popoli sofferenti, ma anche sullo speciale attaccamento dell’Ordine alla Terra Santa. Questa è la regione in cui l’Ordine è nato quasi 1.000 anni fa e ha sviluppato le sue prime attività. Questa è la terra in cui è stato fondato il primo ospedale gestito dall’Ordine, a Gerusalemme. La nostra storia è così strettamente intrecciata con questa terra, su cui un tempo ha camminato il nostro Salvatore, che non possiamo e non vogliamo abbandonare i suoi popoli che chiedono una pace giusta e duratura in questa regione tumultuosa. Allo stesso modo, intendiamo sostenere fermamente il popolo libanese e fare del nostro meglio per ristabilire un’economia, una società e un settore pubblico funzionanti.

Naturalmente, fondamentali per la realizzazione di questi impegni sono gli oltre 100.000 volontari e 50.000 dipendenti, che dimostrano quotidianamente il loro instancabile coraggio, la loro dedizione e la loro competenza. Le organizzazioni dell’Ordine – come il Malteser International, l’Ordre de Malte France, il CISOM e alcune delle nostre più grandi Associazioni nazionali – forniscono alla sua diplomazia i mezzi per portare a termine il lavoro. In un certo senso, potrebbero essere considerati i “denti” della diplomazia dell’Ordine. Più che gli eserciti di un tempo, oggi mettiamo in campo corpi di soccorso, stazioni mediche, centri alimentari, rifugi per gli immigrati e così via. E i nostri principi fondamentali sono portare l’amore e la cura di Cristo ai dimenticati e agli emarginati, indipendentemente dalla razza, dalla religione o dall’etnia.

Come parte integrante dell’impegno nella nostra infrastruttura diplomatica, siamo consapevoli della necessità di comunicare in modo chiaro, costante e accurato la natura e le attività dell’Ordine. Nell’ultimo anno abbiamo compiuto significativi passi avanti in questa direzione. Nell’ambito dello sviluppo di un piano strategico annuale di comunicazione per il 2025, abbiamo centralizzato l’attività di comunicazione per garantire accuratezza. Abbiamo sviluppato solidi e proattivi piani per le relazioni con i media e rivisto le nostre attività sui social media.

Abbiamo anche istituito un nuovo fondo, amministrato dal Gran Magistero, volto a sostenere iniziative e attività promosse dalle nostre associazioni nazionali e dalle nostre ambasciate. Abbiamo già approvato e cofinanziato otto progetti di piccole e medie dimensioni.

Inoltre, siamo forti sostenitori dell’idea che le nostre posizioni diplomatiche e le nostre attività sul campo debbano basarsi su riflessioni e analisi incisive e all’avanguardia. Per questo motivo, stiamo per istituire un organismo che riunirà esperti di alto livello in diversi campi, in grado di arricchire i dibattiti, ad esempio, sulle cause e l’eliminazione della povertà globale, sulle migrazioni, sulla pace e la giustizia, sui cambiamenti climatici, sulla religione e la diplomazia, sul contenimento e l’eliminazione della violenza istituzionale, e così via.

È confortante e utile riconoscere che nella conduzione della nostra diplomazia siamo sostenuti dal tradizionale carisma dell’Ordine, “Difesa della fede attraverso il servizio ai poveri”, e dall’insegnamento del Santo Padre. Sappiamo bene che il mondo ha bisogno di attori capaci di fornire assistenza umanitaria incondizionata e di aprire un dialogo con tutte le parti. Nel gennaio 2024, in occasione della Conferenza degli Ambasciatori dell’Ordine, il Cardinale Gianfranco Ravasi ha dichiarato:

“L’Ordine di Malta – un’istituzione cosiddetta “terza”, debitamente armata di coraggio e speranza – alza la testa e si fa araldo dell’“Utopia”, proponendo grandi visioni, immaginando progetti imponenti, guardando al futuro ultraterreno senza soffermarsi sui dettagli ordinari della gestione quotidiana, vivendo la convinzione che l’uomo non vive di solo pane”.

Desidero esprimervi la mia più sentita gratitudine per tutto il vostro lavoro e la vostra dedizione e, soprattutto, vi ringrazio per la professionalità e la cura che mettete nella vostra collaborazione con l’Ordine di Malta. Le nostre porte sono sempre aperte per ascoltare con attenzione le vostre richieste e i vostri suggerimenti e ogni consiglio volto a migliorare le relazioni tra i nostri governi.

Colgo l’occasione per esprimere a voi, alle vostre famiglie e a tutto il personale delle vostre Ambasciate, un felice e benedetto anno nuovo. Dio benedica le vostre nazioni e i loro popoli.

Grazie